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Opere d'arte

Palazzo Antonini-Mangilli-del Torso

Il Palazzo Antonini-Mangilli-del Torso è uno dei più imponenti e belli di Udine: l’edificio risale al 1577, come attesta la pietra nel cortile interno (che ricorda anche il nome del proprietario dell’epoca).

La facciata fu completata definitivamente poco prima del 1680: Fabio della Forza scrive in quell’anno: “Daniele [Antonini] costruì diverse case nel rione Grazzano, che ora sono cresciute fino a diventare un palazzo doppio”.

Nella facciata, resa gradevole alla vista dal gioco di luci e ombre, dall’armonia delle parti decorative e dall’equilibrio delle parti strutturali, si trovano due ingressi: uno grande per le carrozze e uno più piccolo per i pedoni. Al piano terra vi sono eleganti finestre con inferriate arcuate in stile veneziano; al primo piano tre finestre bifore con balconi sporgenti; ai lati, quattro finestre con balconi sporgenti. Il timpano è collegato al piano inferiore mediante volute barocche. Al centro dell’edificio, all’altezza delle finestre del terzo piano, si può vedere lo stemma della famiglia, parzialmente nascosto dall’ombra delle ampie gronde sporgenti (alla maniera tradizionale friulana).

La casa è rimasta sostanzialmente invariata nella sua facciata fino a oggi, come dimostra una litografia ottocentesca di G.B. Ceccini. L’edificio è composto da quattro corpi che circondano un cortile centrale. All’interno è stato quasi completamente ristrutturato a metà del XIX secolo dall’architetto Andrea Scala, che suddivise alcune stanze secondo criteri molto comuni all’epoca, rendendo spazi ampi, originariamente concepiti diversamente, più adatti alle esigenze di una famiglia nobile.​

Più recentemente, il conte del Torso, acquistando la casa nel 1924, la fece adattare ai propri gusti; questo è particolarmente evidente nell’atrio. La monumentale scala, che volle installare, non è originale ma proviene dal Palazzo de Portis di Cividale. Essa mostra un gusto tipicamente friulano, sia nell’uso della pietra scura di Piacenza sia nella massiccia struttura dei pilastri, che si ritrova anche in altri edifici di Udine, come ad esempio nel Palazzo Gorgo-Maniago.

Il dipinto su tela con “Allegoria delle arti” che decora la volta fu commissionato dal conte al pittore H. Stubysen, che cercò di conferire alla composizione un tono settecentesco, con richiami alla tradizione della grande pittura veneziana. La scena è contenuta in un ovale con una cornice in stucco molto marcata, eseguita con proprietà sia nella composizione, con audaci scorci prospettici, sia nella colorazione luminosa e fresca.

La splendida panca con poggiatesta, presente nell’atrio, è un originale della casa. Queste panche erano una decorazione non rara nelle dimore nobili di Udine, anche se molte sono andate distrutte. Anche i due dipinti che decorano l’atrio sono originali, sebbene non perfettamente conservati: uno è un gradevole Apollo e Dafne, l’altro una notevole “Scena di caccia al cinghiale”, molto vivace nella narrazione, con cani ringhianti e un cavallo impetuoso in primo piano. Tiozzo ha attribuito queste opere ad Andrea Urbani.

Al primo piano, che non ospita una grande sala di rappresentanza ma tutto lo spazio necessario a una residenza nobiliare, diversi eleganti ornamenti distinguono alcune stanze. Nella “Sala dei Rettori” si trova un dipinto, “Contemplazione”, piacevole opera del poco conosciuto pittore di Ruscedo Jacopo D’Andrea (1819–1906), e un affresco ottocentesco sopra il camino (“Apollo suonante”). La “Stanza Gialla” è decorata con quadrati in stucco chiaro sulle pareti e sul soffitto. Vi si trovano inoltre quattro ovali con dipinti settecenteschi di ottima fattura: “Il sacrificio di Isacco”, “Abramo e l’Angelo” e due paesaggi con figure. Sebbene di dimensioni quasi miniature, è possibile apprezzare l’apertura spaziale, la finezza del tocco e alcune preziose modulazioni cromatiche.